in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore
troppo "Se mi vuoi bene piangi"
per essere corrisposti
Valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo "Mi ricordo"
E poi sospeso tra i vostri "Come sta"
E poi sospeso tra i vostri "Come sta"
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te".
"Lo sa che io ho perduto due figli"
"Signora lei è una donna piuttosto distratta".
Spulciando il web in queste giornate di scarso interesse (sembra che nel mondo non cia sia più niente da raccontare quando politici e istituzioni vanno in ferie. ancora grazie, allora, on.Mele...) sono incappato in una paginetta volante, in cui De André racconta in prima persona il parto di questa canzone. Ve lo ripropongo:
Amico fragile è nata così: quando ero ancora con la mia prima moglie, fui invitato una sera a Portobello di Gallura, dove m'ero fatto una casa nel '69, in uno di questi ghetti della costa nord sarda: d'estate arrivavano tutti, romani, milanesi... in questo parco residenziale, e m'invitavano la sera che per me finiva sempre col chiudersi puntualmente con la chitarra in mano. Una sera ho tentato di dire: "Perché piuttosto non parliamo di...". Era il periodo, ricordo, che Paolo VI se n'era venuto fuori con la faccenda - ripresa poi mi pare da quest'altro qui, della stessa pasta - degli esorcismi. Insomma dico: "Parliamo un po' di quello che sta succedendo in Italia..."; nemmeno per sogno, io dovevo suonare. Allora mi sono proprio rotto i coglioni, mi sono ubriacato sconciamente, ho insultato tutti, me ne sono tornato a casa e ho scritto Amico fragile. L'ho scritta da sbronzo, in un'unica notte. Ricordo che erano circa le otto del mattino, mia moglie mi cercava, non mi trovava né a letto né da nessun'altra parte: c'era infatti una specie di buco a casa nostra, che era poi una dispensa priva anche di mobili, dove m'ero rifugiato e mi hanno trovato lì che stavo finendo proprio questa canzone.
5 commenti:
Grazie per aver condiviso queste righe. Il tratto che unisce la vita vissuta alla pulsione creativa è sempre interessante.
Detto questo devo dirti che ho visto ora la tua richiesta della foto su commissione ma sono appena tornata a Firenze!! troppo tardi, mi dispiace...tra l'altro la granita di fichi non l'ho mai presa. Le mie preferite sono caffè e mandorla.
bentornata lophelia, cmq peccato, avrei apprezzato anche caffè o mandorla :)
forse allora non tutto è perduto, devo solo avere il tempo di organizzare i vari gigabyte di foto, ciao!:)
ecco fatto.
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