martedì 31 luglio 2007

Venus semper parabilis (@f.merlo)

Ai tempi dei Romani
intendevasi con tale massima
il vincolo che la donna accompagnasse sempre
il proprio compagno e uomo (vir).
Ma cerchiamo di andare oltre, in profondità.
L'analisi lettarale aiuta a cogliere il senso intimo del concetto:
parabilis significa infatti sottomano, a disposizione.
Sottomano per cosa? Si leggano i recenti interventi dei colleghi di partito (Udc) dello sventurato Cosimo Mele,
triste deputato pugliese sequestrato a Roma dall'impegno politico e dalla profusione delle sue energie per il bene pubblico,
lontano dalla terra, dalla prole e dalla moglie. Che risulta dunque, in tal malcapitato caso, non parabilis.
E allora - questo in sostanza il pensiero del partito della Famiglia, dei vincoli indissolubili, della moralità, della lotta senza tregua alle droghe - come dovrà mai fare un Povero Cristo, privato della "legittima" sposa (le virgolette rispondono alla mia misconoscenza del tipo di unione, giacchè trattasi del secondo matrimonio) a respingere le diaboliche tentazioni che, eccitate dal demonio in persona, risalgono i sensi più abbietti dell'uomo per concentrarsi infine in quella zona del corpo che chiameremo pisello?
Lasciamo virtalmente la parola a costoro:
"Capita così che, Venus pro tempora non parabilis, un buon uomo timorato, pur non smarrendo per sempre la retta via, possa cadere sotto le sataniche grinfie delle meretrici (due, che con Mele hanno spartito una camera all'Hotel Viola dalle 2 alle 5 del mattino, ndr), delle droghe (overdose di cocaina per una delle due) e del malcostume.
Ed ecco che subito, come avvoltoi, i mezzi d'informazione si avventano sulla preda, mostrando con tutta evidenza la malafede che ne guida l'operato.
Malafede, sì. Perchè, sennò, soffermarsi tanto su questi piccoli casi personali (chi non ha peccato scagli la prima pietra!) quando possono dedicare altrettanta attenzione alle tante, lodevoli iniziative che la nostra parte politica mette in campo in difesa dei valori, come il Family Day, passato sostanzialmente sotto silenzio? Al di là dei casi singoli, e delle polemiche speciose che vi vengono artificialmente costruite, il nostro pensiero politico è ancora e sempre più rivolto ai valori, alla famiglia ed ai buoni costumi.

Ebbene, potere della persuasione, in parte mi hanno convinto.
Ancora qualche perplessità circa i valori e la famiglia, ma sul capitolo Buon Costume non c'è dubbio che in questi giorni ci si stiano applicando parecchio.

La notte delle lasagne viventi


Non sarà Romero a rivoltarsi nella tomba, più probabile che siano i resti della cena a gorgogliare e ruggire nei vostri stomaci.
Se avvertiste qualcosa di strano nel vostro piatto, strani rumori cremosi, bruschi slittamenti di pasta sfoglia, stantuffi di parmigiano, non esitate: DOPO potrebbe essere troppo tardi.
E' necessario agire tempestivamente, senza indugi:
con mano ferma, afferrare un paletto di frassino ben appuntito e spingerlo nella lasagna, senza pietà, senza scrupoli, fino al cuore besciamelloso dell'intingolo.
Dopodichè, per sicurezza, procedere al secondo e decisivo passaggio: esporre all'aglio per almeno due ore (notturne) la poltiglia che fu lasagna, frollare al punto giusto con un pizzico di detersivo in polvere, aggiungere un pugno di sale grosso, un cucchiaio di incenso benedetto e un cetriolino sottaceto.
Se alla fine ci sembrerà che assomigli a un Macpanino sarà solo per colpa dei nostri pregiudizi.

lunedì 30 luglio 2007

Bei tosi...



Finalmente qualcuno si sforza di comprendere i problemi reali delle città italiane.

Finalmente qualcuno scende vigorosamente in campo per difendere il patrimonio artistico e culturale dei nostri centri più rinomati nel mondo.

Finalmente un Flavio Tosi.

Alzi la mano chi non vorrebbe essere cittadino onorario di Verona, terra di Romeo e Giulietta, del pittore Paolo Caliari (il Veronese) e dei pandori, oggi che, finalmente, questa tollerantissima Amministrazione ha deciso di prendere il toro per le corna e di affrontare l'annosa questione dello sberleffo alle istituzioni.

Il prode sindaco leghista Flavio Tosi, già condannato per istigazione al razzismo dalla magistratura al soldo dei comunisti, si fa prontamente e coraggiosamente paladino del rispetto istituzionale, provvedendo a multare madre e figlio REI di aver consumato un PANINO sulle scale di Palazzo Barbieri, sede del Comune.

Siamo con lei, Signor Sindaco, era ora.

A quando, invece, il penale per chi si fa programmaticamente beffa delle istituzioni nazionali, quali la bandiera e le massime cariche dello Stato come il Presidente della Repubblica?


Quella razza semo noi?


"(...) la natura ci insegna
sia su' i monti, sia a valle
che si po' nascer bruchi
pe' diventa' farfalle.

Noi semo quella razza
che l'è tra le più strane
che bruchi semo nati
e bruchi si rimane.

Quella razza semo noi
l'è inutile far finta:
c'ha trombato la miseria
e semo rimasti incinta"

Notti gialle e posto per tutti




domenica 29 luglio 2007

Pleniluni, fontane verde bottiglia e manici di scopa



Nelle notti di luna piena succedono cose strane. E si sa. L'altra nottemi è accaduta una di queste strane cose, stranissima, e ha fatto risuonare le mie stanze di risate e frasi strampalate.
Niente ululati né vampiri, giusto una fattucchiera lontana cui ogni tanto piace affacciarsi nei fatti miei, e piace anche a me. Ha lasciato scivolare nei miei sogni ancora qualche grano di curiosità, più le solite, (in)generose gemme di malizia. Poi il risveglio, che riconfonde tutto, anche se mi resiste sulle labbra un sorriso divertito e il sapore dell'ultima sigaretta..
Ciao S.r.

venerdì 27 luglio 2007

Il partigiano "Visone"




Un pensiero di tutto cuore e di tutto pugno a Giovanni Pesce, Medaglia d'oro per la resistenza al nazifascismo, morto oggi all'età di 89 anni.

"Visone" l'ho visto parlare un paio di anni fa. Ero preparato, sapevo che era stato nelle Brigate internazionali in Spagna, che aveva fatto la guerra partigiana in Italia, che era stato uno dei fondatori dell'Anpi. Sapevo, insomma, che davanti a me stava parlando un simbolo vivente dell'antifascismo.

Ma la passione con cui affrontava la politica, la serenità su cui si imponeva la forza delle sue parole, la capacità tutta umana di estendere il limite temporale dei suoi racconti fino a cancellare le barriere tra ieri e oggi, mi sorpresero enormemente. Da allora ho un'idea molto diversa di cosa significhi memoria.


A Pesce ho ripensato quest'inverno, a Padova, mentre ascoltavo una signora argentina, sui 60, carina e gentile. Con un velo di tristezza, però, bilanciato qua e là dai sorrisi sereni che non negava a chi era andato ad ascoltare la sua storia. Era Vera Vigevani Jarach, una delle madri di Plaza de mayo, e raccontava una vicenda, quella dei desaparecidos, che tutti ormai conosciamo. Parlava di suo figlio, che non potè neanche salutare un'ultima volta, e sembrava nutrita dalla stessa energia che sprigionava dai gesti, dallo sguardo, dalle parole di Giovanni Pesce, il partigiano "Visone".

Oggi mi sento rosso


Per tutt* quell* che si sentono un po' ross*


Bacci e abbraci
(vedi "Combinazioni")

Cieli rossi, cassi amari




Dice una collega romagnola, in redazione:

"Casso, casso e casso. Ma possibile che qua in Belgio piova tutto il giorno e il sole sorga sempre a fine giornata?"

Concordo. Cassi compresi. Però quando capita mi siedo davanti al mio finestrone e mi sembra di vedermi questi tramonti in cinemascope.
Casso che tramonti..

P & T, dove osano le tecnologie avanzate


Meraviglie delle Telecomunicazioni.

Ieri sera telefonata con l'Italia. Mio nonno alla cornetta, dalla Maremma: Se ogni tanto vuoi scrivermi... Perché non mi racconti cosa fai? Potresti mandarmi un espresso alle Poste & telegrafi......

Ti voglio bene nonnino!

giovedì 26 luglio 2007

Combinazioni





Si dice che la distanza aiuti a mettere insieme i pezzi di tante cose.

Verità parziale, di comodo.

La distanza si limita a dare una bella rimescolata.

Il puzzle sembra tornare, poi ti accorgi che come al solito qua e là c'è qualche cosa che non torna. Forse piccoli fiori blu.



Sì sognare...


Tra cieli grigi e canicole da città mitteleuropea, anche Brucsel a volte regala una serata fuori programma.
Ieri dopo una rara giornata di sole un venticello piacevole mi ha trasportato di colpo dalla piazzetta di saint boniface a un lontano lungomare. Due, tre folate di vento mi hanno illuso di quel sollievo che arriva godurioso nelle sere d'estate quando il corpo rilascia il calore accumulato nella giornata.
La nottata ha deciso di portare oltre queste sensazioni facendomi sognare odori più reali di quanto li possa descrivere adesso, a parole. Mare, odore salmastro, una palla rossa su cui non oso alzare gli occhi, pelle e labbra screpolate, il fischio del vento, il gorgoglio delle onde che si infilano negli anfratti di roccia, gli scogli appuntiti, le dita umide, i capelli pesanti di acqua e sale, una bottiglia d'acqua incastonata ai bordi della risacca.

martedì 24 luglio 2007

Bel-ami




"Scendeva lentamente i gradini dell'alta scalea, fra due ali di spettatori.
Ma lui non li vedeva; il suo pensiero, ora, tornava indietro,
e davanti ai suoi occhi abbagliati dallo splendore del sole vagava la figurina della signora de Marelle, intenta ad aggiustarsi allo specchio i riccioletti leggeri sulle tempie, sempre scompigliati al sortir dal letto".

Cala così il sipario sulle vicende dell'eroe di Maupassant, con i pensieri intimi e sfrontati di un uomo che ha messo la dignità sotto i piedi, i valori ben stipati in un angolo buio e dimenticato.
Uomo brillante in società quanto vile nei rapporti, il Bel-ami incarna il cliché arrembante della vita bourgeois parigina di fine ottocento. Vive delle proprie bramosie, proteso al successo attraverso ogni espediente e succube del suo stesso desiderio di essere riconosciuto, accettato e invidiato dalla bella società.
Eppure questo personaggio consacrato a se stesso riesce più d'una volta a strappare sorrisi, a instillare nel pubblico, al di là di ogni nefandezza di cui si macchia, una certa empatia. Gli vanno infatti riconosciute una rara dote di spirito d'avventura, una capacità radicale di mettersi in gioco, una auto-imprenditorialità che sembrano fatte apposta per catturare la simpatia e l'immedesimazione dei lettori, relegando le remore morali all'ordine di impacci materiali da aggirare agilmente.
Pur nella retorica dell'attualità dei vecchi prodotti letterari - mi si consenta - la domanda è: non ci ricorda nessuno?