Scrive oggi Mauro su Repubblica (LEZIONE CAPITALE):
"Il cuore del vero meccanismo politico inossidabile dell'ultimo quindicennio - Berlusconi e il suo sistema - riesce a fuoriuscire dalla maledizione perchè il populismo è esattamente questo: establishment e outsider allo stesso tempo, ribellismo e professionismo, antipolitica e casta. Un miracolo dell'inganno, ma un miracolo che funziona"
Fino a ieri, dal mio piccolo punto d'osservazione qua nel nord est, erano questi i concetti che usavo per spiegare l'exploit della Lega: un fascino antisistemico che nasconde, in realtà, una ramificazione capillare nelle strutture e negli organi di governo sia locale che centrale.
Oggi, potenza della globalizzazione, le categorie del nord valgono ampiamente anche al centro e al sud, e ci troviamo un Alemanno a incarnare il segno del cambiamento, a rappresentare il desiderio di "nuovo". Certo non poteva farlo Rutelli - non scherziamo, qua neanche la formula del turarsi il naso poteva bastare: via anche udito e vista per votarlo... Ma abbinare le aspettative di rinnovamento e rilancio ad un FASCISTA nato in seno alla cultura più reazionaria e retriva coltivata nel nostro paese dal dopoguerra in poi, genero di un FASCISTA come Pino Rauti, fondatore del movimento Ordine Nuovo (vedi alla voce: STRAGI DI STATO), è inconcepibile. Se non sulla scia del grand guignol pazientemente intessuto dalla Lega, che di giorno siede al tavolo di Governi, Giunte regionali, provinciali e comunali e di sera scende in piazza con i cittadini a inveire contro il Palazzo brandendo i suoi padanissimi fucili. Bravo Alemanno, messo in cantina il ritratto del duce hai alzato il vessillo del bossismo: da uno statista all'altro...
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