La spalla fa ancora male. Sono le rincorse contro il portone di Palazzo Chigi.
Ma la scena è costruita per rinverdire la verve del Berlusconi dei giorni migliori:
«Basta con i parrucconi della politica, sciolgo Forza Italia» annuncia.
E a San Babila, la folla applaude.
Certo non è lo “scendo in campo”, ma lo schema dei colpi di teatro,
della politica degli annunci, è sempre quello.
Allora i club e la tv, oggi i circoli delle libertà e la piazza.
Poco cambia, da spazio mediatico a spazio urbano,
da casalinghe e salottai a furbetti e figli di Amici. Si cercano consenso e legittimazione.
Più legittimazione che consenso, se è vero che Forza Italia è ancora il primo partito italiano.
La difficoltà, oggi, è rendere credibile che Berlusconi sia un homo novus della politica,
dopo 15 anni di protagonismo.
Per questo c’è Michela Brambilla nella foto ricordo della giornata,
in posa fiera col Cavaliere. Chi avrà piu capelli?
Il Partito del popolo terrà i piedi in due staffe:
in quello che resta in piedi del partito azienda
e nella società civile, che la Brambilla dice di esprimere.
A fare da sfondo le firme contro Prodi. Miliardi di firme.
E i «parrucconi», Bossi, Casini e l'incazzatissimo (nero non vale più) Fini?
Gli ex-alleati si arroccano sulla difensiva, per ora.
Non affondano il colpo, e intanto se la filano. Ma non risparmiano riti e macumbe, in attesa che i primi campanelli d’allarme facciano cedere lo scettro a Berlusconi, e che aprano - sperano - la via alla successione.
I colonnelli di Forza Italia vigilano sornioni,
ma mica tanto. Sornioni.
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