Tra cieli grigi e canicole da città mitteleuropea, anche Brucsel a volte regala una serata fuori programma.
Ieri dopo una rara giornata di sole un venticello piacevole mi ha trasportato di colpo dalla piazzetta di saint boniface a un lontano lungomare. Due, tre folate di vento mi hanno illuso di quel sollievo che arriva godurioso nelle sere d'estate quando il corpo rilascia il calore accumulato nella giornata.
La nottata ha deciso di portare oltre queste sensazioni facendomi sognare odori più reali di quanto li possa descrivere adesso, a parole. Mare, odore salmastro, una palla rossa su cui non oso alzare gli occhi, pelle e labbra screpolate, il fischio del vento, il gorgoglio delle onde che si infilano negli anfratti di roccia, gli scogli appuntiti, le dita umide, i capelli pesanti di acqua e sale, una bottiglia d'acqua incastonata ai bordi della risacca.
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